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Divorzio. Difesa legale in caso di divorzio . In virtù dell art. 149 c.c il matrimonio si annulla o con la morte di uno dei coniugi o con il divorzio, introdotto nel nostro ordinamento dalla L. n. 898 del 1970, successivamente perfezionato dalla L. n. 74 del 1987.
In genere, si è concordi nel ritenere che il divorzio si può pretendere soltanto nel caso in cui dal giorno in cui è stata convalidata la separazione sia passato il tempo previsto dalla normativa.
Invece, la normativa del 1970 presenta diverse fattori per cui uno dei coniugi può richiedere il divorzio: quando sono trascorsi tre anni di separazione individuale, giudiziaria o condivisa; quando c’è stata una condanna dell altro coniuge, pure per azioni commesse prima del matrimonio, all’ergastolo o all’arresto per oltre 15 anni o per gravi reati come azzardata uccisione del coniuge o dei figli; quando il matrimonio non si è compiuto; quando l altro coniuge non italiano abbia ricevuto in altri Paesi la convalida dell’annullamento del matrimonio o si sia risposato in un altro Paese; è ormai definitivo la disposizione di ritrattazione di riconoscimento sessuale in virtù della normativa 14 aprile 1982, n. 164.
Quando si invalida il matrimonio cattolico significa invalidare gli effetti civili dello stesso. Nella prima situazione, la più diffusa, i consorti possono effettuare il divorzio trascorsi 3 anni dalla separazione continua, che iniziano a decorrere da quando i coniugi si presentano dinanzi al Tribunale, cioè al primo appello, e non dalla disposizione di separazione o dai vincoli di siffatta concordati, che si applicano successivamente.
Tuttavia, la legge sul divorzio ha cercato di regolamentare vari fattori e aspetti fondamentali che sussistono e possono nascere quando cessa l’unione matrimoniale, come:
il diritto, per il coniuge più “debole” economicamente, a richiedere un assegno di mantenimento per sé e per i figli, se sono presenti; il diritto dell’ex coniuge, che già predispone di un assegno di mantenimento, di ricevere la pensione di reversibilità, o solo una parte della medesima, e altri compensi, come l’indennità di cessata unione. In diverse circostanze la Cassazione (consulta per tutte Cass. Civ. Sez. I° 10/01/2005 n. 285) ha stabilito il diritto dell ex coniuge a ricevere, qualora venga attuato il divorzio, una parte del Tfr che spetta all altro coniuge, anche se l ex coniuge si sia risposato:
in tal modo, il Tfr sarà diviso tra coniuge diviso e coniuge reduce, in base al periodo che si riferisce al unione coniugale, attuando varie modifiche che ineriscono: il sostentamento predisposto per il coniuge diviso prima del decesso dell’ex coniuge, i vincoli dei soggetti interessati o l’eventuale tempo vissuto insieme prima del matrimonio del secondo coniuge.
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Altresì, al coniuge diviso che possiede comunque un sostentamento di divorzio, toccherà anche una porzione di pensione di reversibilità, nel caso in cui sia stata predisposta per l’ex coniuge deceduto.
Per i coniugi, spesso, risulta fondamentale avanzare un procedimento di divorzio comune, in maniera tale che venga avviato un procedimento giudiziario immediato e che si risolve, quasi sempre, con una sola udienza.
L’equipe del nostro studio, proprio a tal proposito, garantisce ed assicura un’assistenza legale soprattutto per le cause relative all’affidamento dei minori dopo una procedura di divorzio.
Affido consensuale. Al posto del precedente affidamento consensuale, l’attuale legge n. 54/2006 ha introdotto una importante innovazione per ciò che concerne il diritto di famiglia, stabilendo nuovi e fondamentali elementi per una migliore comprensione dei legami tra coniugi e figli minori anche dopo il divorzio.
Supporto legale per l affidamento dei figli (rappresentazione da: papaseparati.org). vi è stata l’introduzione di importanti elementi per disciplinare il ruolo bi genitoriale e la responsabilità genitoriale, in maniera tale da apportare delle modifiche ai rapporti familiari dopo la separazione, evidenziando principalmente gli interessi dei figli che hanno bisogno, comunque, di mantenere un rapporto continuo e duraturo con i propri genitori anche dopo il divorzio; per siffatte ragioni, il coniuge deve continuare ad avere rapporti e a scambiare informazioni e idee con l’altro al fine di portare avanti l’istruzione e la formazione per i propri figli, tralasciando eventuali contrasti e disaccordi che possono intralciare le relazioni tra figli e genitori.
Per il nostro ordinamento ogni coniuge ha l’obbligo di continuare a provvedere, in maniera continua e duratura, ai propri figli: in una circostanza del genere, da un lato, i genitori hanno il dovere e l’obbligo di collaborare per prendere le giuste decisioni in merito ai propri figli; dall’altro lato, possono comunque crearsi degli spazi propri per intraprendere nuovi rapporti con la prole, senza che l’altro coniuge vi si intrometta.
Supporto e consulenza legale. Il fine di un Corretto Provvedimento. Tutti gli elementi legislativi citati sono da ritenersi delle innovazioni fondamentali per ciò che concerne gli ambiti della separazione e del divorzio; ma, ovviamente, bisogna che siffatti elementi abbiano comunque un’attuazione concreta e reale.
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Proprio per siffatte ragioni, quando si intraprendono cause del genere, è necessario che vi sia il supporto ed il sostegno di legali e giudici compenti in siffatti ambiti; i medesimi, hanno il dovere e l’obbligo di operare nel contesto familiare cercando di sopire, in tutti i modi, i disaccordi tra i coniugi e rendere più facile la collaborazione tra loro dopo il divorzio, nel caso in cui venga previsto un affidamento congiunto.
Tuttavia, alcuni processi del genere non si risolvono facilmente perché non tengono conto di simili innovazioni.
È il caso in cui si prevede un divorzio molto complesso, laddove il giudice prescrive l’affidamento congiunto, ma non stabilisce né le ore e i giorni degli incontri né il diritto di frequenza del coniuge che ha un domicilio diverso da quello in cui risiedono i propri figli, predisponendo che siffatte regole vengano attuate dai coniugi; questa decisione, se da una parte può considerarsi corretta, dall’altra genera vere e proprie contrarietà.